Ci sono gli artisti e ci sono i cantanti.
L’artista ha l’esigenza di comunicare un pensiero, un’idea.
Veicola un messaggio e interviene sulla coscienza di chi ascolta parlandole senza filtri.
Disarma l’ascoltatore nella sua intimità fino ad inseminarlo con la propria personalità.
Espone ciò che è e non ciò che vorrebbe essere.
Non ha un voce fisica, ha una voce intellettuale e, proprio per questo, ha una tecnica di canto tutta sua (che poi tecnica non è, è il suo stile).
Il cantante ha l’esigenza di comunicare sè stesso, porta la tua attenzione sulle sue capacità tecniche e vocali per impressionarti; è una sorta di elephant man.
Non racconta le parole di una canzone, si limita a dirle, non si sforza più di tanto per comunicarne il senso che spesso ignora ma finge di trovare interessanti le parole mimandole per farti capire che ci sta dentro ignorando però che le parole bastano già a sè stesse per esprimere il loro significato.
In genere si presenta dicendo “Canto da quando avevo tre anni, cantare è tutta la mia vita.”
E così certifica che la sua urgenza è cantare, non comunicare. Quando sei davanti a un cantante ti viene da dire “che bella voce”.
Davanti a Battisti, nessuno si è mai soffermato a dire “Che bella voce” perchè l’artista, in quanto tale, non riesci a misurarlo con l’unità di misura di bello o brutto.
L’artista, in quanto tale, si perde nell’infinito del tuo immaginario e l’unica definizione che riesci a dare è che stai sentendo Battisti, l’unico e autentico Battisti.
Non una voce, non una musica, non un insieme di parole. Battisti.
Probabilmente artisti si nasce e cantanti si diventa.
Può succedere che un artista, a un certo punto, non abbia più stimoli o voglia di comunicare e diventi un cantante ma è davvero più difficile il contrario.