#CAMBIOARIA è, ancor prima che un progetto musicale, un progetto di comunicazione dove i video non supportano i brani ma sono i brani che supportano i videoclip, realizzati per raccontare frontalmente le contraddizioni sociali del nostro tempo.

#CAMBIOARIA è una raccolta di arie liriche trasformate in canzoni pop cantate male.

L’amour, l’amour

“L’amour, l’amour” è l’adattamento metropolitano della celebre aria “L’amour est un oiseau rebelle” della Carmen di Bizet.

Quest’aria recita che “l’amore è un uccello ribelle che nessuno può domare, men che meno le minacce o le preghiere” e in #CAMBIOARIA viene proposta con un arrangiamento estremo nella ritmica e nelle sonorità acide e dissacranti.

Il video è un attacco frontale all’omofobia e a quella frangia clericale conservatrice e fondamentalista che si ostina a definire l’omosessualità una malattia.

I contenuti del video sono moderatamente espliciti non per urtare la sensibilità di chi guarda ma per evidenziare che l’amore è uno solo, intriso di passioni travolgenti, dubbi spinosi e sentimenti inequivocabili che non può conoscere diversità di genere.

Un bel dì vedremo

“Un bel dì vedremo” è l’incrocio della celebre aria di “Madama Butterfly” con il monologo di Totò tratto dal film “Siamo uomini o caporali”.

Anche “un bel dì vedremo” risponde all’obiettivo del progetto #CAMBIOARIA di portare l’opera fuori dai teatri affinché chiunque la possa cantare, anche male come me.

In questo brano, la voglia di sperimentare e creare alchimie improbabili ha generato un dialogo vis a vis tra Puccini e Totò in un ambiente che ripropone il dialogo tra Morpheus e Neo nel film Matrix.
Se la domanda in Matrix era “Cos’è reale? Dammi una definizione di reale”, “Un bel dì vedremo” si chede “Cos’è umano? Dammi una definizione di umano”

La straordinaria interpretazione del monologo di Totò dell’artista senegalese Saneo Mbaye è stato per me il momento più emozionante di questa produzione.

Questo video non vuole essere solamente contro il razzismo ma contro ogni forma di prevaricazione

Kalimba de Figaro

L’ironia de “Il Barbiere di Siviglia” di Rossini è diventata autoironia con “Kalimba de Figaro”, terzo singolo di #CAMBIOARIA. 

In questa veste, ricca di elementi che la rendono una canzone allegramente danzereccia,  “Kalimba de Figaro” fa da sigla a un video dove si racconta, con la stessa leggerezza del brano, l’imprinting che hanno dato i social media alle nostre giornate, alle nostre vite, alla nostra percezione della felicità.

Questo video, al contrario dei due precedenti, non vuole denunciare alcun abuso subìto da terzi.
Al limite, ci invita a riflettere sull’abuso di ognuno di noi verso sè stesso quando, qualunque cosa si stia facendo, l’urgenza è farla diventare un post per un social media.
E la domanda sorge spontanea: condividere aggiunge valore a ciò che stiamo facendo o ci priva del piacere di godere totalmente di quell’attimo prezioso?

“Kalimba de Figaro”, liberamente tratto dall’opera “Il barbiere di Siviglia”, è stato prodotto e arrangiato da Valerio Semplici con la post-produzione e il post-arrangiamento di Pascal Basile.

Vivere (senza malinconia)

“Vivere (senza malinconia” è un invito alla leggerezza necessaria per sopravvivere al profondo vuoto di pensiero che ci sta accompagnando da qualche stagione.

Leggerezza non vuole essere e non è sinonimo di menefreghismo, è un invito a non farsi condizionare dai vuoti altrui e a conservare la mente lucida e attiva per utilizzare le idee, le competenze e il proprio bagaglio culturale per produrre quanta più bellezza possibile.

Perchè solo restando lucidi avremo la possibilità di trovare, anche in fondo alla palude più scura, il germoglio di un’idea nuova per darci e dare la possibilità al genere umano di riscattarsi.

#CAMBIOARIA vuole restituire alla musica la capacità di stimolare cambiamenti artistici e sociali.

  • Per scuotere il pensiero e la coscienza di chi ascolta
  • Per esortare i giovani musicisti a produrre canzoni capaci di comunicare un pensiero e non concepite per l’esibizione fine a sè stessa

“Ho concepito #CAMBIOARIA quindici anni fa ma nasce solo oggi perchè oggi è il giorno in cui sono riuscito a dargli un senso ” (Pascal Basile)

Perchè?

Perchè solo quando hai lavorato abbastanza per conoscere le regole puoi concederti il lusso di infrangerle spingendoti addirittura a violare un’opera lirica per farne uno strumento di comunicazione contemporaneo.

Perchè è proprio quando scegli strade mai percorse che puoi dare qualcosa alla musica e accompagnare i giovani artisti nel divertente gioco della sperimentazione che conduce all’autenticità artistica.

Perchè solo quando hai decodificato il cambiamento che hai vissuto – perchè cambiare è inevitabile – puoi comunicarlo facendo quello che in tanti anni di professione non hai mai fatto: un album tutto tuo.

Perchè #CAMBIOARIA è la sintesi dell’urgenza di cambiamento sociale, artistico e intellettuale del tempo che viviamo.